Ci dileguiamo un po’ alla chetichella dal Molise, perché: un traliccio posto davanti alla facciata di una pieve romanica, una notte insonne per una camera da letto modello altoforno, una colazione in un desolante bar in un desolato paese e l’acqua iper-clorata alla fontanella, una puntina ci recano noia. E quindi via, a solcare a ritroso il confine abruzzese. Lo facciamo imboccando la Statale 158, che vola letteralmente su, per gioiosi tornantoni; costeggia abetaie impenetrabili e piomba a capofitto su Alfedena, immersa in un traffico da kasbah. Traversiamo il corso, veloci in fuga e via su, per le ultime curve aeree prima di Barrea, dove i cumuli ci aspettavano impietosi. Pioggia battente e poi luce sfavillante ad alto contrasto. Barrea si lascia fotografare in modo delizioso, con le sue pietre bianche ed il suo castello in posizione straordinaria a dominar la valle ed il lago. Oramai abbiamo la falange ben allenata allo scatto rapido e proficuo e in men di un paio d’ore siamo già lanciati sulla strada, dentro una pioggia battente da monsone tropicale…