Forca di Presta, mt. 1530. Fuggevoli residui luminosi sulla cresta del Monte Guaidone e vento freddo di ponente. Sono le 17.32; la luce del tramonto corre via veloce, come quella di un treno in una galleria e, nell’arco di qualche pensiero, le nostre figure si trasformano in sagome indistinte, in ombre erranti sul pianoro antistante al Rifugio degli Alpini. Verso ovest le creste sono ancora illuminate, mentre in alto il cielo è già un atlante cosmico. Le costellazioni emergono come ricami dal neronotte, adagiate sulla striscia della Via Lattea: Orione, Cassiopea, Cigno, Lyra e l’ovattato chiarore delle Pleiadi. Dritto, a nord, sotto il punto luminoso della Polare, la presenza oscura e massiccia del Vettore, perso in un onda lunga di gradazioni violacee ed una prima luna che non è ancora inverno.
Cerchiamo sorrisi e riparo nel rifugio; troviamo la cordialità esuberante di Gino e Barbara, che gestiscono la struttura da tempo immemore ed il grande camino acceso che dispensa morbido calore; le ore si accavallano, in una sera dal sapore gucciniano: il vino, le carte, un sottofondo musicale di note di ukulele ed un tempo che gocciola lento come un rubinetto rotto. E intorno la sottile tensione per l’escursione del giorno dopo; paure, timori, consigli; come sarà il clima? Il vento? La neve? Ma è solo una breve notte che ci separa da una giornata radiosa; ogni dubbio si scioglie e siamo tutti lì, con la voglia nelle scarpe, su quei settecento metri di dislivello, su un sentiero che è una linea bianca, serpeggiante nel cielo ed agganciata ai riflessi giallo-oro di Pian Grande, infinito come le grandi pianure della Mongolia. Nell’aria un entusiasmo quasi sovrannaturale. E sole. Ed un filo di vento fresco tra i capelli ed i pensieri. Sino alla linea della neve; qualcuno resiste, qualcuno desiste. Ma va bene così; va bene per quello che questa montagna ci ha regalato nel suo impeto di generosità; va bene per chi ha trovato il tempo ed il ritmo e la strana voglia della fatica; per chi si è affacciato timidamente su questi spazi immensi; per chi si è lasciato andare al sorriso ed alla leggerezza di questa aria alta.
E allora auguri Giovanna, per questi primi quaranta, per il “compleanno perfetto”, come lo dici tu; per questi amici veri e queste risate piene.
g
2 Commenti. Nuovo commento
S-t-r-e-p-i-t-o-s-e! Sono le foto che vorrei fare io, ma mi mancano un paio di cosette… Bellissime in particolare quelle del Vettore e più di tutte la n.ro 1 della serie. E poi il fuori-fuoco è…ecceziunale veramende!! E Vai!!
E S A G G G G G E R A T O ! ! ! ! ! !
…qualcosa è cambiato…:-)