Navelli ha bisogno di essere osservato e fotografato in due modalità cromatiche differenti: il bianco/nero, per la parte abbandonata del paese, che offre spunti estremamente malinconici, ma di grande impatto emotivo; e il colore, per la parte nuova del borgo a forma di cono vulcanico. Il paese in realtà sembra disabitato: il silenzio è totale e nei vicoli non si incontra quasi mai nessuno. Nella piazza, a livello SS17, un bar ed un ristorante; poi nel reticolato di stradine superiori non si trova traccia di attività umana.
Pernottiamo in due luoghi distinti: Danilo nell’adiacente borgo di Civitaretenga; io e Vincenzo a Navelli stesso, in una sorta di mansarda-cubo, denominata pomposamente Suite e costruita a posteriori su una delle abitazioni della parte alta del paese. La sera è il momento delle riflessioni fotografiche, quando i cacciatori si radunano al tavolo della locanda mostrando le “prede” immortalate dai sensori. E così, alla trattoria Antica Taverna, situata niente di meno che in Via Osteria (guarda tu il destino…) abbiamo modo di gustare una cena di alta qualità a base di piatti locali e condividere un po’ di appunti di viaggio con il gestore, molto disponibile.
Navelli in b/n
Navelli a colori