Forse la notte era fuggita.
O forse non ci sono stato.
Io.
Me.
Cross-correlazione di eventi, o solo silenzio pneumatico. Fasi alterne-interne, preludio di ammutinamento, conto perso. Un punto al di là di un orizzonte frammentato, atavico, indistinguibile ed indistinto. Tratto, personalità, ingenuità. Troppo. Tenere il tempo; tenetevi il vostro tempo. Chiudo gli occhi e guardo. Duemiladodici. (· · · — — — · · ·).
Palindromo-sinèddoche-sinestesia. Stelle solo troppo cadenti. Alternanze. Presenze assenze. Rumore di fondo.
2912
Gianluca
“Eccolo il senso di questa notte senza fondo
piena di bagliori accecanti e di luci soffuse
di scene girate più volte
per trovare il ciak migliore
di rallentatore ed effetto flou
di polvere e graffi
immaginati per quel tocco di romanticismo
di luci posizionate perché il taglio del sorriso sia migliore
di una lacrima scesa per caso o per sbaglio.
Una notte che ingloba il tempo
fluido dei giorni passati
che è schermo e, al tempo stesso, soglia, confine, possibilità, immaginazione.
Ed eccolo il protagonista
entrare a braccia leggermente aperte
per raccogliere l’applauso del pubblico stordito
mentre il ronzio della macchina da presa ruba la scena
fondendosi con lo sferragliare del carrello.
Sfumatura
musica
titoli
nero di coda.”
g