Arriviamo a Scanno con i tergicristalli che sfarfallano allegri sul lunotto ed una visibilità pressoché nulla. Ma ad attenderci al paese, dopo che le ultime gocce d’acqua avevano lavato ogni pietra, c’era la banda sonante in pompa magna. L’accoglienza è straordinaria e la noia della pioggia è già volata via. La luce è scarsa e decidiamo di alzarci ad un’ora antelucana il giorno dopo per fotografare il paese immerso nella solitudine delle prime ore del mattino. Ora non rimane che il tempo di un bicchiere di vino in una piazzetta barocca, in una atmosfera da poeta francese e una cena con arrosticini in un locale senza tempo, a guisa di rifugio di legno. Alle pareti e sul soffitto i trofei, le sciarpe e le maglie del Rugby locale ed internazionale, fotografie ed autografi. Italia di altri tempi.
[…]Ore 7.00. Le brume mattutine ancora non si sono sollevate dai profili boscosi che circondano il paese e le foschie giocano infilandosi tra gli interstizi delle case e nei vicoli.
Il paese sta ancora dormendo, e a quest’ora è un set fotografico perfetto. Ne perlustriamo ogni angolo, tra umidità calda e profumata e le comari che si alzano alle prime luci dell’alba. Le botteghe con le saracinesche a metà attendono i rifornimenti della giornata, tra casse di frutta e verdura e cornetti appena sfornati. Scanno sembra uscito dalla penna di Escher: scalette, vicoli stretti e arditi, prospettive vigorose e linee cadenti; grandi e antiche facciate barocche, terrazze volanti e deliziosi colonnati. E portali bellissimi, pieni di storia, che affacciano importanti sui vicoli, mentre il sole li becca di sguincio e ne esalta i colori e le forme. Portiamo via una miriade di immagini, sceglierle non è stato semplice…
(Qui le foto di Vincenzo)