Iniziò tutto con una telefonata in un pomeriggio degli ultimi blandi giorni di questo agosto un po’ non-sense.
“Che famo? Tentiamo ‘sto blitz in Abruzzo di due giorni, così proviamo pure un po’ di fotografia aerea con il nuovo giocattolo?””.
Nacquero così le “Abruzziadi”; ovvero due giorni di corsa a giro Majella, alla scoperta e riscoperta di alcuni luoghi già battuti da me e Vincenzo nel 2015 e altri passati di striscio per mancanza di tempo.
Il percorso tracciato al volo, mentre eravamo al telefono, così come la prenotazione nel B&B nel curioso paesello che risponde al nome di Vittorito, adiacenze Sulmona.
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Spazzolino da denti, un paio di mutande, attrezzature fotografiche volanti e terrestri e… si va. Porta di accesso: Rocca Calascio.
Santo Stefano di Sessanio sempre gremito, sempre carino, sempre suggestivo, ma… pieno ancora di gru e costruzioni; si salta la parte fotografica e si va subito su in navetta a Rocca Calascio. Luce un po’ a catafascio, caldo per fortuna mitigato dall’altitudine. Si svolazza allegri.
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Dopo le fatiche panino alla salsiccia di ordinanza all’ape car in pinetina. Quindi si riparte, verso Capestrano. La discesa a curve volanti verso la piana ci regala un gradiente termico da follia. Capestrano ribolle, il castello è in ristrutturazione, in piazza nessuno; noi e qualche farfalla. Ripieghiamo nel risto-bar frequentato anni or sono dove, insieme alle nostre acque toniche, svolazzano piatti di fettuccine a porzione piramidale.
Successivo nella lista c’era il Tirino, zona Bussi, ma vuoi il caldo che ancora mena, vuoi i personaggi assortiti che fanno abluzioni nei punti chiave, vuoi il vento che rende duro il decollo, decidiamo di spostarlo al mattino seguente. Quindi riposo e cena epica al ristorante “Il Castello”, a Vittorito.
Il mattino seguente, come da copione, il Tirino scorre placido nella valle, luce radente, aria pulita e tranquillità assoluta. I canoisti sono già in azione nella risalita del fiume e gli scatti che avevamo in mente si materializzano come per incanto.
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Veloce passaggio a Bussi, deserto e ancora in piena ricostruzione, quindi si scivola via, in A25 fino a Manoppello, direzione Pennapiedimonte, la Matera abruzzese, agganciata su uno sperone roccioso sul calcare sfavillante della Maiella Est. La luce va giù forte, ma gli scatti aerei sono comunque entusiasmanti.
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Troviamo un’oasi nella terrazza panoramica in cima al paese, dove ci riposiamo, ci rinfreschiamo e affrontiamo un quadrangolo di pizza e mortadella di dimensioni mitologiche. Nel pomeriggio inoltrato, quando il caldo è più sopito e la luce un po’ più doma, prua in direzione Roccascalegna, dove facciamo le cose con calma e per bene, dopo una spettacolare birra artigianale alla genziana.
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Si rientra belli cotti a Vittorito, giusto in tempo per fare il bis a “Il Castello”, prima di infornarci sotto al lenzuolino.
Al mattino partenza per il viaggio di ritorno, ma di quelli per statali, provinciali e semi sterrati a tutto sterzo.
Raiano, Anversa degli Abruzzi e Castrovalva, già famosa per le opere di Maurits Cornelis Escher. Ne tentiamo una maldestra riproduzione a volo d’uccello.
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Quindi via, verso la caldara di Roma. Di seguito, tutte le immagini “terrestri”, scattate tra un voluto e l’altro.
L’Abruzzo ci viene sempre bene e… si fa volere sempre bene.