La prima volta che sono andato a Castelsardo ho sbagliato lato; mi ero recato, di tutto punto, con drone lucidato per l’occasione. Solo che ho volato dalla parte del paese nuovo; il borgo antico ed accastellato, intarsiato nella scogliera a picco sul mare… era dall’altra parte. Un fenomeno.
Un anno dopo nel borgo ci sono finito dentro, senza drone, ma con OSMO+ e ne è venuto fuori un reportage per immagini, con riprese in un paese colto di sorpresa, al mattino presto, e pertanto deserto. Il borgo è una bomboniera in tinte di ocra pallida e qualche spennellata di arancione acceso qua e là; la sua posizione è monumentale. Domina il Mar di Sardegna e guarda dritto in faccia la Corsica e le Bocche di Bonifacio. Le sue pareti odorano di vento salino ed il silenzio riverbera dentro i vicoli riparati dall’altezza e dalle mura. Le sue piazzette volanti sono da enciclopedia dell’architettura e i tavolini in ferro, combinati alle sedie con i ricamini, sono gioia pura per gli occhi. Qualche autoctono ha abbellito il vicolo dove affaccia il suo uscio con una pletora di piantine e di cactus; un paese custom, personalizzato. Chiesa madre con basamento sotto il livello della pavimentazione stradale e lampioncino liberty vista mareinfinito, completano il quadretto onirico.
Un capolavoro della storia della Sardegna.