Esiste un posto, in Puglia, poco prima di Monopoli scendendo sulla complanare, che si chiama Castelli in aria. È un resort piuttosto esclusivo in riva al mare, ma di torrioni, merli e fortificazioni nemmeno l’ombra.
Qui a Roccascalegna, invero, il Castello in aria c’è realmente. Costruito su un bizzarro sperone roccioso sghembo, sfida ogni legge della fisica gravitazionale e la sua mole prorompe letteralmente sui tetti del piccolo paese e sulla sconfinata vallata sottostante. La rocca si cela alla vista del viaggiatore sin tanto che non ci si avventura nelle ultime curve ardite, che scendono da un altopiano spettacolare, fatto di gibbosità dalle forme e dimensioni random. E ce la ritroviamo così, di colpo, incorniciata tra due alberi a bordo guardarail. In paese regna il silenzio e il sole. Pochi anziani al classico bar d’angolo intavolano un tressette sotto il pergolato a bordo strada; il nostro arrivo desta sospetto e sguardi obliqui. Nella piazzetta di ingresso i segni di una recente festa allegra. Saliamo piano sulla mole rocciosa, che da sotto spaventa per la sua incombenza e protegge il paese con una presenza massiva. E, sopra, il capolavoro architettonico: le scale accedono a spazi pensili, lo sguardo fruga e si perde oltre confine, la dimensione è totalmente aerea e qua e là si aprono affacci a finestra sul crinale terminale della Maiella. Il piccolo “borgo volante” è ben curato; gli spazi sono puliti e gli edifici restaurati. Dentro le sale un piccolo museo narra eroiche gesta e una sala ospita incontri e conferenze.
Oggi la luce è totale. Distante, sul profilo della montagna, i cumuli in formazione disegnano origami nella stratosfera e il cielo ha un colore celeste indefinito.
Terminiamo la nostra visita e decolliamo nuovamente, sui profili ondulati della valle, mentre in lontananza il cielo si gonfia di nuvole…
(Qui le foto di Vincenzo)