Mancavo da Ascoli da molto tempo. Almeno da prima del grande sisma.
Ritrovare la città impalcata qua e la, con le grandi gru che ancora sono lì dopo sette anni è una cosa che fa abbastanza male.
L’atmosfera di Natale, i mercatini vivaci e colorati e la tanta gente che scorrazzava allegra, hanno in parte cancellato il malessere.
Luogo di memorie fanciullesche, quando si calava con la comitiva sangiorgiana, nel mio personale mondo Ascoli rimane una delle più belle città italiane. Chiese monumentali ovunque; palazzi e portali dalle finiture ad arte sopraffina; il colore delle pietre delle case e quel gioiello architettonico unico che è Piazza del Popolo, suggellata dal Caffè Anisetta Meletti con grandi specchi in stile ‘800.
È sempre bello fotografare Ascoli e ogni volta che mi addentro nei suoi vicoli scopro una piazzetta prima inesplorata e dettagli nuovi e straordinari.
Rua delle Stelle è sempre lì, a difendere il confine Nord della città, bordo fiume. La rivedo dopo anni, dopo averla scoperta per caso una decina di anni or sono; con il lampioncino, la parete di edera rosso-autunno, il lastricato a pietre e la linea del muretto che finisce visivamente sotto l’arco del ponte sul Tronto. Meraviglia.
L’aria è frizzante, le nuvole di ieri hanno lasciato il posto ad un cielo-tramontana e sullo sfondo è assopita la linea dei Sibillini coperta di neve.
Bisogna tornare. Al più presto.